Questo forno apparteneva a un mulino pubblico, comprendente il mulino vero e proprio, la casa, la stalla e il granaio.
Questo forno apparteneva a un mulino pubblico, comprendente il mulino vero e proprio, la casa, la stalla e il granaio. Il forno era dunque parte di un insieme funzionale. I contadini conferivano i cereali al mulino, dove a intervalli regolari il mugnaio o il fattore cuocevano il pane. In tal modo, si toglieva di torno il pericolo d’incendio poiché il fuoco era acceso in un edificio in pietra staccato dall’abitazione.
Come capitava spesso con questi edifici collettivi, anche il Forno di Oberwangen assolveva più di una funzione. Infatti, esso serviva anche per essiccare la frutta e sopra il focolare veniva messa a bollire l’acqua per il bucato.
Sulla chiave di volta dell’architrave è iscritta la data 1796. Le forme decorative e gli stemmi scolpiti nell’arenaria si sono coll’andar del tempo degradati. Il forno era fuori esercizio da molti anni, l’ultimo mugnaio, Fritz Hofstetter, è morto nel 1970. Nel 1976, il forno è stato rimontato al Ballenberg.
Edificio pluriuso, polivalenza, multitasking e sinergie sono vocaboli del mondo moderno. Tutti convergono verso uno stesso obiettivo: l’organizzazione. Cambiano le parole, ma non le necessità, presenti anche nelle epoche passate. Determinate operazioni venivano portate a termine collettivamente, poiché era più razionale eseguirle assieme che non individualmente. Fare il bucato, il pane o la mazza, essiccare, distillare l’alcol erano operazioni faticose. Perché mai si sarebbe dovuto accendere in giorni diversi fuochi diversi ricominciando sempre daccapo e consumando più legna di quanta sarebbe necessaria per un solo fuoco? Molto meglio mettersi assieme, anche perché in tal modo bastava realizzare un’unica costosa installazione dentro un solo edificio.