Questa elegante costruzione a graticcio con un tetto a padiglione assolveva parecchie funzioni. La prima fu quella di granaio, dopo di che fu adibita a svariati usi.
Questa elegante costruzione a graticcio con un tetto a padiglione assolveva parecchie funzioni. La prima fu quella di granaio, dopo di che fu adibita a svariati usi. Verso il 1900, al piano terra fu installata una lavanderia, ma il locale ospitò comunque anche altre attività.
I panni da lavare erano messi in una grande tinozza di legno, sopra la quale veniva collocato un lenzuolo contenente cenere, preferibilmente di faggio. Si faceva bollire l’acqua a parte che poi si versava sui panni. L’operazione veniva ripetuta più volte con l’acqua di scarico recuperata a questo fi ne. Il ranno che ne derivava nettava la biancheria e toglieva lo sporco dagli indumenti. Dopo di che, si procedeva al risciacquo nella fontana. Per fare il bucato (buuche e nella Svizzera orientale anche seechte), le donne si recavano al lavatoio, chiamato Buuch(er)huus.
Un altro metodo per fare il bucato diffuso soprattutto a Sud delle Alpi era quello di battere e sfregare i panni sulla pietra, come descritto nel Lavatoio di Bodio (892).
Nelle aree rurali, vi erano edifici che mutavano aspetto e funzione secondo le esigenze del momento. I piccoli stabili utilitari servivano per fare il bucato e la mazza, per essiccare, infornare e distillare con una flessibilità che seguiva il corso delle stagioni. Altri edifici furono invece completamente ristrutturati e destinati ad altri usi. Alcune lavanderie furono persino trasformate in scuolette di campagna.