L’edificio sacro fu eretto nella prima metà del XVIII secolo ed è un classico esempio di architettura sacra del Vallese rurale in un’epoca di alta congiuntura dello stile barocco.
La località di Turtig sorge di fronte a Raron, lungo l’antica Reichsstrasse che attraversava il Vallese, e possiede le caratteristiche di tutti i villaggi vallesani: abitazioni con fasce ornamentali e archi di tufo che incorniciano le porte, torbe, granai, stalle e fienili, persino un piccolo lavatoio, usato anche per la mazza e la distillazione. Esisteva cioè tutto quanto era necessario per condurre una vita in regime di autosufficienza. Trovandosi lungo una via di transito verso i passi, i traffici avevano procurato un benessere visibile nella preziosità di alcuni edifici.
La presenza di un edificio sacro è menzionata in un documento risalente al 1670, nel quale si legge che il cancelliere del tribunale Johannes Kalbermatter convolò a nozze in un oratorio del luogo con Juliana Allet di Leuk. L’edificio sacro fu eretto nella prima metà del XVIII secolo ed è un classico esempio di architettura sacra del Vallese rurale in un’epoca di alta congiuntura dello stile barocco.
Il primo oratorio era dedicato a San Lorenzo, ma nel 1795 è Sant’Agata a essere indicata come patrona. Otto Zumoberhaus, nato nel 1929 a Raron e cresciuto nella casa dirimpetto all’oratorio, si ricorda delle rogazioni che si tenevano ogni anno il mese di maggio, quando la popolazione di Raron veniva in processione a pregare per il bel tempo e per un buon raccolto. Il 5 febbraio, giorno di Sant’Agata, si teneva invece la messa dei pompieri.
Nel 1943, crollò la volta. Il Consiglio parrocchiale decise di non procedere ai lavori di restauro e fece edificare a circa 400 metri di distanza un nuovo oratorio inaugurato il 1o luglio 1951 e tuttora adibito a funzioni religiose.
Gli edifici sacri in disuso erano dissacrati e destinati a un’utilizzazione profana. In Vallese, si possono ricordare i casi della Binntal (trasformazione in cantina del formaggio), della Lötschental (casa di vacanza), di Les Haudères (abitazione principale), di Chandolin (ufficio postale) o della Val de Bagnes (salone da parrucchiere). Il più delle volte, questi edifici erano convertiti in magazzini, e a questo destino andò incontro anche l’Oratorio di Turtig. Sotto la navata non c’erano più fedeli, ma arnesi di ogni tipo, materiale da costruzione e temporaneamente anche un montone.
Otto Zumoberhaus, tornato da pensionato nella casa in cui aveva trascorso l’infanzia, lo acquistò nel 1999 e, visto lo stato pietoso, per cancellare lo sconcio introdusse una domanda di demolizione, che fu accordata. Poco prima che nel 2000 le ruspe entrassero in azione, vi fu un contatto casuale con il Ballenberg, alla ricerca di un edificio sacro. Siccome l’altare, i dipinti, i banchi e le croci originali erano stati trasferiti nel 1951 nel nuovo oratorio, l’arredo oggi al Museo è in parte costituito da copie e in parte da pezzi originali provenienti da altre località vallesane.