In occasione dei fine settimana selezionati durante la stagione, le nostre giornate a tema vi invitano a immergervi nel mondo di affascinanti mestieri e peculiari ambiti tematici. Venite a trovarci e riscoprite l’artigianato tradizionale.
Le giornate a tema si svolgeranno in diversi spazi del Museo svizzero all’aperto Ballenberg: per maggiori dettagli consultate il piano della giornata.
Ruote, pattini, assi, timoni – che la costruzione di veicoli fosse in passato un mestiere artigianale che utilizzava quale materia prima il legno, è oggi praticamente inimmaginabile. I carradori, artigiani specializzati, erano indispensabili sia nelle zone rurali sia nelle aree cittadine. Non perdete l’occasione di osservare come oggi l’artigianato incrocia i manufatti storici nella forgia di Bümpliz (1052).
Immergetevi in storie fantastiche provenienti da ogni angolo del Paese, ascoltate racconti in diverse lingue e dialetti e lasciatevi ammaliare dal canto delle rane oppure dal profumo sprigionato da padelle piene di deliziose caldarroste.
In passato questa elaborata tecnica era molto diffusa nell’Altopiano occidentale, mentre nella Svizzera orientale venivano dipinti per lo più sacchi di farina. Al Ballenberg facciamo rivivere questo antico mestiere usando copie intagliate a mano di cliché originali. Ogni stampa richiede cura, precisione e forza. Per questo, nel corso di un fine settimana, si realizzano al massimo due sacchi.
Se volete dare libero sfogo alla vostra creatività, potete stampare un sacchetto per il pane con il logo del Ballenberg (a pagamento) e cucirlo da voi con la vecchia macchina da cucire a pedale.
Le «Halmbesen» sono delle piccole scope lunghe circa 30 cm, realizzate intrecciando un particolare tipo di erba. Oggetto in passato indispensabile nelle abitazioni rurali, venivano impiegate per pulire i forni, spolverare le scarpe, spazzare la neve o rimuovere polvere e sporco dagli angoli difficili da raggiungere. Questi pratici utensili domestici un tempo venivano realizzati dalle contadine. Il team del Ballenberg mantiene viva questa tradizionale arte dell’intreccio e mostra a visitatori e visitatrici come vengono realizzate le «Halmbesen» secondo l’antico metodo artigiano.
Fino alla fine del XIX secolo, le custodie protettive per bottiglie venivano realizzate con tre ciuffi di paglia intrecciati e cuciti a mano. In seguito, cesti intrecciati e imbottiti, realizzati in canne di salice, sostituirono questa tecnica, facendo gradualmente cadere nel dimenticatoio la lavorazione con la paglia. Il team del Ballenberg riporta in vita questo antico mestiere, utilizzando di nuovo la paglia come si faceva una volta per restaurare le bottiglie storiche danneggiate degli edifici del museo.
Al Ballenberg, all’inizio dell’autunno, la brigata di cucina prepara e cuoce in una grande pentola i crauti, che vengono poi curati per 8 settimane. Per la chiusura della stagione questi crauti sono maturi e vengono ricotti per i nostri ospiti in una storica cucina. In alcuni sabati d’autunno anche gli ospiti possono cimentarsi personalmente nella preparazione dei crauti. I nostri visitatori hanno la possibilità di preparare i propri crauti.
I crauti sono il risultato di un processo di conservazione con cui il prodotto viene reso conservabile con la fermentazione lattica naturale. I crauti non sono una verdura a sé stante ma ottenuti dal cavolo bianco o cabis. La verdura ben conservabile, nota in tutto il mondo già da millenni, si forma mediante il naturale processo di fermentazione e il sale.
Dai bozzoli che raccogliamo si ricava il prezioso filo di seta. Osservate come, con abilità e maestria, il filo di seta viene ricavato dai bozzoli e trasformato in un filo lucido. Durante la trattura i bozzoli vengono immersi in acqua calda e fumante, in modo che la sericina prodotta dal bruco si ammorbidisca e faciliti lo svolgimento delle fibre di seta, lunghe fino a tre chilometri. Un lavoro di precisione che richiede molto impegno e sudore.